
Se un tempo era il fiore all’occhiello di tutti i Paesi avanzati, negli ultimi anni il settore della sanità si è trovato ad affrontare problemi che ne hanno compromesso la validità: anzitutto l’aumento dei costi, e l’invecchiamento della popolazione, che sono andati ad aggiungersi all’inaccessibilità di cure tempestive per tutti e al dilagare di soluzioni di scarsa qualità. La sfida che l’industria della salute deve affrontare oggi è quindi quella di essere in grado di fornire cure di qualità elevata a livello globale, facendolo però in modo economico e sostenibile. E tenendo conto che lo scenario si è trasformato radicalmente negli ultimi anni: se dagli anni Ottanta al primo decennio del nuovo secolo l’unico obiettivo era quello di curare le malattie, con un’attenzione particolare quindi ai medicinali e ai dispositivi medici, già dal 2010 il modello di cura si è trasformato in “servizio”, con particolare attenzione a diagnosi, prevenzione e monitoraggio grazie anche alla diffusione dei dispositivi indossabili e ai servizi di “health management”. E oggi il settore, grazie alla combinazione di innovazione tecnologica e sociale, è ancora in rapido mutamento, con il focus che si sta spostando sempre più verso l’esperienza digitale per il paziente: personalizzazione, virtualizzazione e predizione sono diventati i termini chiave della rivoluzione sanitaria, mentre il paziente, da soggetto passivo, si è trasformato a sua volta prendendo via via sempre più coscienza (anche grazie a strumenti come Google e Wikipedia) di quelli che un tempo erano “misteri” riservati solo ai medici, e iniziando a interagire sempre più e sempre meglio sia con i medici stessi sia con le soluzioni medicinali e tecnologiche a disposizione.
Hitachi, con il suo approccio unico alla Social Innovation e il suo obiettivo di “costruire una società nella quale ognuno possa vivere in buona salute e sicurezza”, si è dimostrata uno dei player del settore che maggiormente hanno contribuito a questo storico mutamento, spostando l’attenzione dal farmaco al paziente con l’obiettivo di contribuire alle sfide sanitarie del nuovo millennio migliorando la qualità della vita e della salute delle persone attraverso l’innovazione tecnologica.
“Da diversi anni – racconta ad esempio il professor Vito Cantisani, del Dipartimento di Scienze Radiologiche, Oncologiche ed Anatomopatologiche dell’Università Sapienza di Roma – collaboro con Hitachi per testare e sviluppare soluzioni e software in ambito ecografico internistico e specialistico e per definire protocolli clinici, al fine di migliorare la qualità delle immagini, la facilità di utilizzo delle macchine, l’appropriatezza diagnostica e terapeutica e la qualità della cura per il paziente, con ricadute positive anche sui costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale, grazie alla progressiva sostituzione della TC con l’ecografia. Hitachi mette gratuitamente a disposizione del nostro centro nuove piattaforme ecografiche da utilizzare in ambito di ricerca clinica e sperimentazione, formazione di studenti, specializzandi e giovani colleghi che iniziano o approfondiscono l’attività ecografica e ci permette di pubblicare articoli su riviste scientifiche e contribuire allo sviluppo di linee guida internazionali”.
Hitachi Healthcare è infatti oggi l’unico produttore al mondo a produrre e commercializzare una vasta gamma di macchinari per la risonanza magnetica “a cielo aperto”, che assicurano un comfort per il paziente decisamente maggiore rispetto ai vecchi “tubi” e garantiscono un migliore risultato dell’esame anche in caso di pazienti claustrofobici, obesi o in età pediatrica, consumando al tempo stesso meno energia grazie all’approccio eco-friendly dell’azienda nella progettazione. Hitachi Oasis 1.2T, ad esempio, è l’unico macchinario al mondo per la risonanza magnetica aperta che garantisca la possibilità di eseguire esami di altissimo livello (ad esempio per ottenere immagini del sistema nervoso centrale) senza compromessi per il comfort dei pazienti.